RECENSIONI CARFATICHE - UNA DONNA PROMETTENTE (2020)

Di tutti i film che ho visto recentemente e che mi sono rimasti impressi per una serie di motivi, UNA DONNA PROMETTENTE è certamente da annoverare fra quelli che hanno lasciato i segni più forti e profondi.
Carrie Mulligan, anche produttrice esecutiva, incarna la tormentata Cassie, cameriera in una caffetteria ed ex studentessa di medicina, che non ha mai dimenticato ciò che è accaduto alla sua migliore amica Nina, in una tragica notte fatta di alcol, droga e abusi da parte di un gruppo di studenti nei confronti della giovane.
Il trauma fu tale da cambiare profondamente Nina, che lasciò la facoltà ed ebbe come unico aiuto soltanto il sostegno di Cassie.
Quest'ultima è divenuta adulta, manifestando una totale diffidenza nei confronti del sesso maschile, tanto da andare nelle discoteche da sola e fingersi ubriaca per poi lasciarsi portare a casa dalla preda di turno ed umiliarla nel momento giusto, mettendo in mostra la malafede del cosiddetto "maschio alfa", celata da metodi gentili, che farebbe di tutto per del sesso facile e non consenziente. In tutto questo e sempre meditando vendetta verso i responsabili del destino di Nina, rimasti all'epoca impuniti, la donna trascura famiglia, amici e la propria vita sociale, non pensando ad alcun futuro sereno e tormentata da un senso di giustizia ormai radicato, che non la lascia andare e le fa provare continui rimorsi.
Le cose sembrano cambiare, quando Cassie incontra il giovane e gentile Ryan, pediatra e suo ex compagno di università, ancora profondamente innamorato di lei.
UNA DONNA PROMETTENTE è un film che inizia in un modo, quasi con i toni della commedia, per poi virare molto velocemente nel dramma più profondo, solcato da venature thriller.
Una storia magistralmente diretta da Emerald Fennell, già apprezzata regista del notevole The Danish Girl, che non fa alcuno sconto e affronta coraggiosamente il tema degli abusi e del sessismo, ancora imperante in una società che millanta invece di essere moderna, ma che continua a vedere la donna come un pezzo di carne per divertimento, senza alcun cervello.
UNA DONNA PROMETTENTE è un titolo che mi ha fatto vergognare di essere uomo, sono sincero.
Proprio perché so bene che ancora esistono maschi (se così possiamo definirli...) di questo infimo genere e sono ancora tanti, troppi. Uomini che non accettano di sentirsi rifiutati e che sono tutelati qualsiasi violenza commettano nei confronti di una donna, proprio in virtù dell'essere il "sesso forte".
UNA DONNA PROMETTENTE ha meritato sicuramente il premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale (scritta dalla stessa Fennell), ma anche se l'Academy lo avesse snobbato, sarebbe stato comunque un titolo imperdibile per gli estimatori del cinema che denuncia e che sbatte in faccia la verità.
Una verità che necessariamente deve squarciare il velo di omertà e perbenismo che ancora devasta, umilia e uccide ragazze e donne innocenti in tutto il mondo.
Gli attori sono tutti bravissimi e in parte, nulla da eccepire anche in questo caso ed ho particolarmente apprezzato il ruolo di Clancy Brown, nei panni del padre di Cassie... apprensivo e preoccupato, assieme alla moglie, per la psiche tormentata dell'unica figlia, ma disposto a guardare anch'egli dall'altra parte e far finta che tutto vada bene, per il timore di sollevare polveroni e "perché tanto non riporterebbe indietro Nina".
Strepitoso anche il ruolo di Alfred Molina, avvocato pentito e pronto a pagare per i propri errori, che avrà un ruolo fondamentale nel bellissimo quanto struggente finale, che non ho la minima intenzione di spoilerare assolutamente.
Mi limito a dire che è uno dei più belli che abbia avuto il piacere di vedere negli ultimi anni: un finale che, se da un lato può sembrare vagamente di consolazione, dall'altro fa rendere conto di quanto sia invece ingiusta la vita nonostante tutto e come la ruota della giustizia proceda con un'estenuante lentezza.
L'amore può davvero salvare le cose o quantomeno aiutare a guardare avanti? La risposta non sembra delle migliori in questo film, lasciando più spazio alla vendetta che rode e consuma, ma che deve essere portata a compimento a qualsiasi costo.
Un film beffardo, necessario e lo ribadisco, estremamente coraggioso, che sarebbe davvero un peccato perdere e che penso dovrebbe anche essere proiettato nelle scuole, perché ritengo abbia una necessaria, seppur a tratti rude, funzione educativa che è assolutamente importante per fare aprire (si spera!) gli occhi di fronte a tante cose.
Non mi soffermerò sulle tante polemiche riguardanti il doppiaggio italiano di Laverne Cox, che hanno già trovato sufficiente spazio ovunque.
Insisto invece sul fatto che UNA DONNA PROMETTENTE è un film da non perdere, con una bellissima colonna sonora e brani ben inseriti, un messaggio estremamente potente e reale, una fotografia luminosa e colorata, che spesso contrasta con i temi cupi affrontati. Un film che, se siete persone intelligenti, vi farà provare rabbia... mentre, se siete ancora pervasi da una vena di ottusità (e parlo prevalentemente ai maschietti) potrebbe magari, incrociando le dita, spingervi a diventare un po' più maturi e farvi riuscire nel non sempre facile intento, di avvicinarvi ad una donna con il rispetto e la galanteria che merita... sempre, comunque e dovunque.
E non dimenticatelo mai, cazzo!!!
PS: se vi piace Bo Burnham, che qui interpreta Ryan, vi consiglio di andare a guardare il suo Inside, trasmesso da Netflix. Un personalissimo esperimento audio visivo, che vi farà riflettere molto da vicino su quello che è stato il lockdown e su come abbia influito sulle nostre menti molto di più di quanto non crediamo.