RECENSIONI CARFATICHE RUN HIDE FIGHT (2020)

Ed eccomi qui, che finalmente scrivo una recensione con piacere e mi serve anche a distrarmi dal caldo fottuto di questi giorni.
Dopo tante delusioni e parecchie incazzature, che mi stavano quasi spingendo ad abbandonare le recensioni scritte e concentrarmi esclusivamente sui podcast, mi imbatto in questo film e mi approccio alla visione, non senza qualche riserva... anzi, parecchie.
La giovane Zoe è ancora
sconvolta dalla perdita della madre, strappata via alla vita dal cancro.
Zoe affronta il dolore chiudendosi in sé stessa e fingendo che tutto vada bene, mentre la rabbia è sempre presente nel suo cuore e nell'anima ed è fonte di preoccupazione da parte del padre, che non ha idea di come aiutare la figlia.
L'unico che sembra essere il confidente della ragazza è l'amico Lewis, anche segretamente innamorato di Zoe, che le sta sempre accanto e spera di poter coronare le sue speranze al ballo di fine anno.
In quel mentre, un gruppetto di studenti arrabbiati irrompe al liceo e sequestra i ragazzi alla mensa, uccidendo e terrorizzando.
Il gruppo, capeggiato dallo psicopatico Tristan vuole dare un messaggio forte a tutto il mondo ed è disposto ad andare fino in fondo, seguendo un piano diabolico che pare aver studiato per lungo tempo.
Sarà proprio Zoe l'unica a fronteggiare la minaccia, mentre sceriffo e Swat brancolano nel buio.
Memore delle lezioni di sopravvivenza apprese dal padre, Zoe tenterà il tutto per tutto per salvare i compagni di scuola.
Trama semplice e non originalissima, certo... ma RUN HIDE FIGHT è un film davvero fatto bene, porca vacca!
Bello trovarsi finalmente di fronte a un action che mantiene il ritmo sempre costante e offre una regia di mestiere, affidata a tal Kyle Rankin, che non è nuovo al genere e sa bene quali tasti premere per catturare l'attenzione dello spettatore.
Sulle prime, RUN HIDE
FIGHT mi ha ricordato parecchio quel Scuola di eroi, film analogo anni 90, che
pure manteneva una tensione elevata per tutta la durata della storia, anche se
in quella pellicola la salvezza degli ostaggi era affidata a un gruppo di
amici, mentre qui è soltanto Zoe a correre pericoli e diventare eroina per
forza, rischiando la pelle ad ogni corridoio e dovendo anche fare i conti con
il ricordo della madre scomparsa, che vuole essere lasciata andare.
Il dolore e la sofferenza aiuteranno la ragazza nella sua impresa, ma arriverà il momento di rendersi conto della propria fragilità e solo così la protagonista potrà finalmente crescere e andare avanti.
Brava Isabel May nel ruolo di Zoe e bravi gli altri attori, come Radha Mitchell nel ruolo della madre, Thomas Jane in quello del padre e Treat Williams nei panni dello sceriffo, mentre Eli Brown offre una buona prova attoriale, nei panni di un cattivo un po'schizzato, ma anche intelligente e determinato, che pur non avendo motivazioni solide, spaventa perché rispecchia un disagio giovanile estremamente attuale e reale negli States.
Ben girate le scene
d'azione, dove c'è un po' di sangue e tante botte da orbi e anche la colonna
sonora è orecchiabile e serve il contesto nel quale viene inserita.
Sia chiaro che non stiamo parlando di un capolavoro, ma consiglio ugualmente RUN HIDE FIGHT proprio per la sua linearità che coinvolge e, anche se alcune scene sono forse un po' banali e il finale è certamente scontato...beh, siamo comunque di fronte a un prodotto più che discreto, che di questi tempi è certamente tanta roba. Un film dove, una volta tanto, la donna ha il ruolo della combattente e non della vittima ed il regista è bravo a rendere credibile la protagonista e la sua voglia di fare la cosa giusta, pur lasciandole la fragilità e dubbi tipici dei teenager.
RUN HIDE FIGHT
intrattiene, appassiona e diverte.
E questo fa parte del
cinema, no? ;)