RECENSIONI CARFATICHE L’UOMO INVISIBILE (2020)

22.08.2023

Buongiorno a tutti!

Lo so, non capita spesso che inizi una recensione salutando e prometto che prenderò l'abitudine di farlo, anche perché è sempre buona norma.

Il saluto di oggi è però anche dettato dall'entusiasmo e dal senso di soddisfazione che mi ha veramente pervaso, dopo la visione del titolo di cui mi accingo a parlare.

Un film che, sa da un lato mi è dispiaciuto un sacco non aver potuto vedere al cinema per ovvie ragioni, dall'altro sono stato felicissimo di recuperare in streaming e in ottima qualità, per giunta.

Non avevo mai avuto dubbi sulle capacità di Leigh Wannell come sceneggiatore. Grazie a questo prode ragazzo (visto che siamo della stessa annata e quindi indiscutibilmente giovani!), gli spettatori di tutto il mondo hanno potuto gioire nel trovarsi di fronte, era il lontano 2003, a una figura carismatica e feroce come quella di Saw, l'enigmista che ha dato vita ad una serie di film, uno più truculento dell'altro, del quale però salvo soltanto il primo capitolo, anche se è innegabile il fascino di un villain originale come questo, mai visto prima su grande schermo.

Ma le sceneggiature di Wannell e la sua collaborazione con quel James Wan, che è uno dei miei registi preferiti, vantano anche perle quali Death Sentence, Insidious e il recente Upgrade, del quale il nostro ha curato anche la regia, con ottimi risultati.

Insomma, il ragazzo ci sa fare, su questo non ci piove e il fatto che, ora come ora, si sia dedicato più frequentemente alla direzione dei lungometraggi da lui sapientemente scritti, non fa altro che conferirgli una marea di punti in più, almeno per quanto riguarda il sottoscritto.

Ne è ulteriore prova, L'UOMO INVISIBILE, ultimo lavoro sfornato e perfetta rivisitazione della figura dell'uomo invisibile, appunto.

Cecilia è una ragazza costantemente vessata, sia fisicamente che psicologicamente, dal fidanzato Adrian Griffin, ricco e spregiudicato magnate dell'industria dell'ottica.

Una notte e dopo molti tentativi falliti, Cecilia riuscirà a fuggire dalla lussuosa abitazione/ prigione di Adrian e scappare verso una nuova vita, cercando di dimenticare gli abusi dell'aguzzino che diceva di amarla.

Saputa dell'improvvisa morte di Adrian e beneficiaria di buona parte del patrimonio testamentario del defunto compagno, Cecilia sembra finalmente uscita da un incubo, quando inaspettatamente si troverà di fronte ad oscuri segnali e messaggi inquietanti, che la convinceranno del fatto che il suo ex fidanzato non è affatto morto e che, secondo lei, ha inventato un congegno in grado di renderlo invisibile, allo scopo di continuare a tormentarla, facendola così ripiombare nel profondo dell'orrore e arrivando a farle dubitare della sua stessa sanità mentale, quando la sorella e gli amici stenteranno a crederle e la incolperanno degli strani incidenti che inizieranno a verificarsi nella vita di tutti i giorni, obbligando così Cecilia a investigare per conto proprio, nella speranza di dare conferma ai propri sospetti, prima che sia troppo tardi.

Come già detto, L'UOMO INVISIBILE rappresenta un colpo da maestro in più nella già invidiabile carriera di Wannell, che dirige senza tentennamenti uno dei thriller soprannaturali più belli degli ultimi anni, condendolo di una suspance che raramente ho avuto modo di vedere e apprezzare nel passato, aggiungendo un importantissimo aspetto, mai scontato, di denuncia contro le violenze domestiche, in quella che ritengo una rivisitazione ingegnosa e originale.

I protagonisti sono tutti assolutamente azzeccati, a cominciare da Elizabeth Moss nel ruolo di Cecilia, che ha la faccia giusta per personificare il ruolo della vittima in cerca di rinascita, ma anche in grado di sostituire la propria fragilità con una forza insospettabile persino per lei stessa.

Wannell costruisce la vicenda piano piano, catturando sin dai primi minuti l'attenzione dello spettatore ed è fantastico vedere come la minaccia prenda piede lentamente, ma inesorabilmente, dapprima soltanto suggerita all'occhio più attento, fino ad esplodere in tutta la sua ferocia (un paio di scene giungono davvero inaspettate e spiazzanti!)

L'atmosfera è quasi interamente tesa, per tutte le due ore, che scorrono velocissime e appassionano, senza trascurare una solida componente action nella seconda parte, accompagnata da un comparto di effetti speciali e visivi che lasciano a bocca aperta, così come la messa in scena del cattivo senza ombra.

La fotografia cupa e minacciosa, in accordo con le musiche penetranti, accentuano la paranoia e quella fastidiosa sensazione di essere costantemente spiati da un nemico implacabile che non riusciamo a vedere e che ci fa entrare in perfetta sintonia con il disorientamento e lo shock della protagonista.

Inquadrature dinamiche, montaggio serrato e dialoghi incalzanti e ben scritti, sono la ciliegina sulla torta di un esempio di cinema da non perdere, prodotto dalla sempre attenta Blumhouse che, con questo L'UOMO INVISIBILE, dimostra ancora una volta di come non sia affatto semplice realizzare un horror di qualità come quello proposto e di quanto le idee valide ripaghino l'impegno profuso.

Già sfracello di incassi in patria, L'UOMO INVISIBILE avrebbe certamente raggiunto risultati ancora più alti, se non fosse stato per l'allarme sanitario di Coronavirus, che ha chiuso i cinema e costretto questo titolo a vedere la luce esclusivamente on demand.

Un applauso per il prode Leigh, nella convinzione che possa regalarci ancora e sempre più film freschi e succosi come questo e voi che aspettate? A vederlo subito, forza!

Io vi aspetto sempre qui, per la prossima recensione o magari sono già dietro di voi, chissà... 

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