RECENSIONI CARFATICHE - HARD CANDY (2005)

La quattordicenne Hayley è molto più matura della maggior parte delle coetanee.
Intraprendente ed a tratti spregiudicata, la ragazzina inizia una conoscenza in chat con il fotografo trentenne Jeff, fino a quando i due non decidono di incontrarsi di persona in un locale.
Convinto dalle insistenze di Hayley, l'uomo la porterà quindi a casa sua e si lascerà convincere a scattare alcune foto all'adolescente, ma per Jeff è l'inizio di un incubo.
Drogato e legato da Hayley, convinta che l'uomo sia un pedofilo assassino, responsabile del delitto di una sua amica scomparsa qualche tempo prima, Jeff verrà torturato per costringere a confessare una tremenda verità alla quale lui sembra completamente estraneo.
Cosa dire di HARD CANDY?
Beh, prima di tutto che è un film estremamente coraggioso e ancora, purtroppo, attualissimo dopo più di quindici anni dalla sua uscita.
Il bravo regista David Slade (30 giorni di buio), realizza a mio avviso la sua opera migliore: cattiva, incisiva e magistralmente interpretata da due attori in perfetta forma come Elliot Page e Patrick Wilson.
La potenza di HARD CANDY,
oltre al fatto di trattare il tema della pedofilia in modo estremamente attento
e mai banale, ma sempre suscitando nello spettatore un senso di disturbo che si
insinua piano piano e fatica a mollarti, è anche quello di incentrarsi sulla
totale ambiguità dei due protagonisti confinati in un unico spazio e costretti
a confrontarsi in ogni loro sfaccettatura.
Chi è il carnefice e chi la vittima? HARD CANDY pone ben presto questa domanda come fulcro principale della storia e siamo continuamente in bilico tra il pensare che Hayley sia una completa psicopatica che abbia sbagliato persona o che Jeff sia veramente il mostro che la ragazzina accusa.
Tra dubbi, compassione e rabbia, l'attenzione viene focalizzata sui dettagli che il regista ed i protagonisti ci forniscono con il contagocce, mentre la tensione sale e siamo costretti ad assistere ad una delle scene di castrazione sicuramente più forti della storia del cinema... e ancora qui sfocia la genialità del regista, che non mostra mai e poi mai nulla di sanguinolento, ma riesce a comunicarci ribrezzo utilizzando dialoghi perfetti e la recitazione degli attori che non sbagliano una virgola.
HARD CANDY mescola
abilmente la purezza di una location che mai e poi mai potrebbe appartenere al
marciume che Hayley sa nascondersi sotto la facciata di perbenismo, con una
sempre presente sensazione che ci sia qualcosa che non abbiamo considerato e che
non torna completamente.
Interessante anche il fatto che Jeff sia un fotografo e come il potere delle immagini sia effettivamente presente nella storia e ciò che esse suscitino in chi sta dietro l'obiettivo, ma anche nelle ragazze che posano e in quel che si crea tacitamente fra fotografo e modella o modello.
HARD CANDY è ancora la
prova ulteriore di come idee solide possano superare le difficoltà di un budget
irrisorio e portare in scena una feroce piaga sociale, rendendo il tutto
estremamente credibile e quasi privo di un'esaltazione che forse avrebbe un po'
sminuito il risultato finale.
Un film sicuramente non per tutti, che sorprende e lascia sbigottiti nel finale, assolutamente non banale o prevedibile ed una meravigliosa metafora di Cappuccetto Rosso e il Lupo (vedere per credere anche il look di Page).
HARD CANDY è un titolo che
ti entra dentro, così come il puzzo di ciò che tratta, ma che ispira anche
profonde riflessioni su cosa sia giusto o sbagliato e su quali metodi siano
effettivamente da adottare per raggiungere la verità, ma anche quale sia il
confine tra etica e senso di giustizia.
Bellissimo senza riserve, ma da prendere certamente con le molle.
Ah... e anche ispirato a reali fatti di cronaca....brrrr!!!